Nel 1170 vi fu
un così terribile terremoto che le scosse si ripetettero per
10 giorni continui; le campane suonarono e molte case
crollarono. I danni furono gravissimi,massimi nella zona che
va da San
Giovanni Campano a Pastena.
La terra di
Ripi arsit, così pure Monte San Giovanni
Campano ed Isoletta. Quello che non distrusse il terremoto,lo
fece il vento impetuosissimo che si scatenò sulla Valle del
Liri; abbattè case dalle fondamenta, svelse alberi secolari
dalle radici.Fra i Paesi che ebbero a soffrire più degli
altri abbiamo Monte San Giov.Campano,Ripi,Isoletta e Pico.
L’Anonimo Cassinese (an.1170) anche egli narra del vento
gagliardo,che sradicava i boschi; del terremoto che faceva
crollare gli edifici;della fame tremenda che afflisse
l’Italia per 5 anni .Il 1° giugno del 1231 un terremoto dei
più disastrosi s’intese,circa l’ora di mezzogiorno,nella
zona che va da Napoli a Roma. In Cassino (allora S.Germano) in
Aquino ed in tutti i paesi circonvicini si verificarono gravi
danni negli edifici,molti crollarono; le sorgenti d’acqua
limpidissime divennero melmose, né si chiarirono
se non dopo due ore circa; i macigni precipitarono a
valle e le popolazioni talmente si spaventarono da temere da
un momento all’altro di venire inghiottite dalla terra!
Nel 1349 un
fortissimo terremoto si intese in questi nostri Paesi e tutte
le città e terre ebbero,dove più e dove meno,dei morti e dei
danni gravissimi: molte case crollarono:Alvito fu la città,che
più soffrì in quel triste rincontro.Una lapide,posta sulle
mura castellane,ricordava la sciagura patita dalla gentile
città.
Nel terremoto
spaventoso del 5 Dicembre 1456 (alle ore undici di notte)ed in
quello del 30 dello stesso mese, (alle ore sedici) nella
nostra Provincia,più di ogni altra terra,furono danneggiati
Castelliri e Terelle.
Non voglio
tralasciare di far sapere qualcosa dell’aeremoto scatenatosi
nella Valle del Liri,in gran parte nella pianura di Aquino e
S.Germano,nel 1472.
L’ab.Tosti
scrive” Era il dì ottavo del mese di Settembre di detto
anno,il giorno sacro alla Natività di Maria Vergine,allorché,circa
l’ora di terza, oscurassi ad un tratto il sole per subito
agglomeramento di nubi,e di lungi incominciò a sentirsi un
rombo prolungato che ad ora ad ora avvicinava a questo
precedeva un crescente soffio,che in impetuosissimo vento,poi
in turbine mutassi…Fracassò,disperse le tettoie,ogni
ostacolo rompeva…Ravvolgendosi la bufera per entro le
mura(di Montecassino) sperperava,slocava,sfaceva.Al turbine
successe piova dirotta ,ed il frequente sfolgorare di
fulmini,che d’un terribile fragore percotevano la
Chiesa…,era un rovinìo,un quadro miserando…Più trista
scena offriva la soggiacente valle…Oltre il furiare del
turbine,i monti che le (a S.Germano) sono a cavaliere per
profondi valloni immettevano acque abbondevoli, le quali,traentisi
alberi e macigni,scavalcavano nel piano,urtando che si parasse
innanzi: sponde non v’erano,come universale fiumana
accerchiava, intromettevasi nella città qual mare.Morte
sovrastava a tutti,e tutti temevano. I cittadini di S.Germano(Cassino)
tenendo la cima delle case cansarono gli affogamenti:e poiché
s’ebbero vista diserta la campagna,affondati gli
armenti,decrescendo e disseccandosi le acque,discesero a
piangere ogni fruttifera pianta,schiantata e morta”.
Nella notte
del 23 luglio 1654 si ebbe un fortissimo terremoto ad
Esperia.Dopo il terremoto venne la peste,che fece strage nel
Comune di Esperia specialmente nella frazione di Monticelli
I maggiori
danni il terremoto li fece ad Alvito, a Sora e ad Esperia
Rimasero
immuni Pico,Pastena e S.Giovanni e ciò in seguito al divieto
rigoroso ai cittadini di Esperia di oltrepassare i confini del
proprio tenimento,onde non propagare il morbo: il decreto fu
emesso nel 1657 dal Governatore delle baronìe 29 dicembre”.
Muratori nei suoi annali narra il terribile terremoto dell’anno
1695,dal quale restò quasi interamente seppellita nelle sue
rovine la città di Celano negli Abruzzi.Dopo 220 anni,nel
1915, sparve pel terremoto la città di Avezzano, poco lungi
da Celano”.
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