Terremoti, aeromoti  nell’alto  medioevo  nella  nostra   Provincia  

 

                                                                          di      Ernesto  Ciccone

Nel 1170 vi fu un così terribile terremoto che le scosse si ripetettero per 10 giorni continui; le campane suonarono e molte case crollarono. I danni furono gravissimi,massimi nella zona che va da   San Giovanni Campano a Pastena.

La terra di Ripi arsit, così pure Monte San Giovanni Campano ed Isoletta. Quello che non distrusse il terremoto,lo fece il vento impetuosissimo che si scatenò sulla Valle del Liri; abbattè case dalle fondamenta, svelse alberi secolari dalle radici.Fra i Paesi che ebbero a soffrire più degli altri abbiamo Monte San Giov.Campano,Ripi,Isoletta e Pico. L’Anonimo Cassinese (an.1170) anche egli narra del vento gagliardo,che sradicava i boschi; del terremoto che faceva crollare gli edifici;della fame tremenda che afflisse l’Italia per 5 anni .Il 1° giugno del 1231 un terremoto dei più disastrosi s’intese,circa l’ora di mezzogiorno,nella zona che va da Napoli a Roma. In Cassino (allora S.Germano) in Aquino ed in tutti i paesi circonvicini si verificarono gravi danni negli edifici,molti crollarono; le sorgenti d’acqua limpidissime divennero melmose, né si chiarirono  se non dopo due ore circa; i macigni precipitarono a valle e le popolazioni talmente si spaventarono da temere da un momento all’altro di venire inghiottite dalla terra!

Nel 1349 un fortissimo terremoto si intese in questi nostri Paesi e tutte le città e terre ebbero,dove più e dove meno,dei morti e dei danni gravissimi: molte case crollarono:Alvito fu la città,che più soffrì in quel triste rincontro.Una lapide,posta sulle mura castellane,ricordava la sciagura patita dalla gentile città.

Nel terremoto spaventoso del 5 Dicembre 1456 (alle ore undici di notte)ed in quello del 30 dello stesso mese, (alle ore sedici) nella nostra Provincia,più di ogni altra terra,furono danneggiati Castelliri e Terelle.

Non voglio tralasciare di far sapere qualcosa dell’aeremoto scatenatosi nella Valle del Liri,in gran parte nella pianura di Aquino e S.Germano,nel 1472.

L’ab.Tosti scrive” Era il dì ottavo del mese di Settembre di detto anno,il giorno sacro alla Natività di Maria Vergine,allorché,circa l’ora di terza, oscurassi ad un tratto il sole per subito agglomeramento di nubi,e di lungi incominciò a sentirsi un rombo prolungato che ad ora ad ora avvicinava a questo precedeva un crescente soffio,che in impetuosissimo vento,poi in turbine mutassi…Fracassò,disperse le tettoie,ogni ostacolo rompeva…Ravvolgendosi la bufera per entro le mura(di Montecassino) sperperava,slocava,sfaceva.Al turbine successe piova dirotta ,ed il frequente sfolgorare di fulmini,che d’un terribile fragore percotevano la Chiesa…,era un rovinìo,un quadro miserando…Più trista scena offriva la soggiacente valle…Oltre il furiare del turbine,i monti che le (a S.Germano) sono a cavaliere per profondi valloni immettevano acque abbondevoli, le quali,traentisi alberi e macigni,scavalcavano nel piano,urtando che si parasse innanzi: sponde non v’erano,come universale fiumana accerchiava, intromettevasi nella città qual mare.Morte sovrastava a tutti,e tutti temevano. I cittadini di S.Germano(Cassino) tenendo la cima delle case cansarono gli affogamenti:e poiché s’ebbero vista diserta la campagna,affondati gli armenti,decrescendo e disseccandosi le acque,discesero a piangere ogni fruttifera pianta,schiantata e morta”. 

Nella notte del 23 luglio 1654 si ebbe un fortissimo terremoto ad Esperia.Dopo il terremoto venne la peste,che fece strage nel Comune di Esperia specialmente nella frazione di Monticelli

I maggiori danni il terremoto li fece ad Alvito, a Sora e ad Esperia

Rimasero immuni Pico,Pastena e S.Giovanni e ciò in seguito al divieto rigoroso ai cittadini di Esperia di oltrepassare i confini del proprio tenimento,onde non propagare il morbo: il decreto fu emesso nel 1657 dal Governatore delle baronìe 29 dicembre”.

Muratori nei suoi annali narra il terribile terremoto dell’anno 1695,dal quale restò quasi interamente seppellita nelle sue rovine la città di Celano negli Abruzzi.Dopo 220 anni,nel 1915, sparve pel terremoto la città di Avezzano, poco lungi da Celano”.